Il pane di una volta contro la crisi

Articolo di Alessandra Addari
La crisi economica fa crescere le vendite del pane civraxiu da un chilo, proprio come succedeva una volta, ma il pericolo è che la crisi intacchi anche l’acquisto dei beni di prima necessità.
A dirlo sono i dati Istat che certificano un calo nella vendita delle piccole pezzature di pane a cominciare dalle rosette, perché per risparmiare si preferisce acquistare una tipologia
di pane di almeno un chilo, lo si conserva e lo si utilizza a
fette anche grigliato.
Un dato che però fa preoccupare i panificatori che ora chiedono un sostegno alla regione.
Gli ultimi dati dicono, infatti, che se la farina è aumentata del 33,8% tra ottobre-novembre 2021 e ottobre-novembre di quest’anno, e dello 0,8% tra agosto-settembre 2022 e
ottobre-novembre 2022, il prezzo del pane, quindi del prodotto finito, è cresciuto di meno della metà e quindi del 16% tra ottobre-novembre 2021 e ottobre-novembre di
quest’anno, e dello 0,8% tra agosto-settembre 2022 e ottobre-novembre 2022. Ma per lavorare le pagnotte occorrono, solo per fare degli esempi, anche l’olio EVO (cresciuto del 29%), quello di oliva (+43,6%) di semi vari (+16,6%), burro (+23,5%) e lo zucchero (+19,4%).
“Le imprese della panificazione – sottolinea Confartigianato Imprese Sardegna – producono beni di prima necessità la cui distribuzione non può essere messa a repentaglio, pena il rischio di gravi ripercussioni sulla tenuta sociale. Ingiusto far mancare il pane alla popolazione”. “Per questa ragione – rimarca l’Associazione Artigiana – chiediamo interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari”.
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