Osterie d’Italia, al primo posto c’è la Toscana. L’isola ha conquistato 13 riconoscimenti.

Articolo di Alessandra Addari
Arrivano le classifiche di fine anno per ristoranti e osterie. Le ha stese il Gambero Rosso, ma anche Slow food che premia le trattorie e i piccoli ristoranti spesso dal forte carattere identitario, gestiti da giovani cuochi e cuoche.
L’edizione 2023 dello storico sussidiario del mangiare bere all’italiana, infatti, quest’anno ha visto molti nuovi ingressi di giovanissimi che sono tornati nei luoghi di origine dopo aver acquisito diverse esperienze all’estero e scelto una vita in linea con gli ideali di Slow food, più in sintonia con i tempi della natura e nel rispetto della biodiversità.
E in generale c’è anche tra il pubblico un desiderio di ritornare alle origini e di recuperare quel grande patrimonio di tradizioni e sapori che caratterizzano la nostra identità più intima e vera.
Così sono arrivati i due premi: accanto allo storico riconoscimento della Chiocciola, assegnato a quelle osterie che si distinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con i valori del buono, pulito e giusto di Slow Food, e al riconoscimento della Bottiglia, che segnala una proposta di vini articolata, rappresentativa del territorio e con prezzi onesti, in Osterie d’Italia 2023 compare un nuovo riconoscimento: il Bere Bene, assegnato a quelle osterie che offrono, accanto o in sostituzione a una valida proposta di vini, una selezione di bevande alcoliche e non – birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi – scelti con attenzione e personalità.
A ricevere la Chiocciola nella trentatreesima edizione della guida sono 270 osterie, mentre ad aggiudicarsi la Bottiglia e il Bere Bene sono rispettivamente in 450 e 126 locali. La regione con il maggior numero di Chiocciole è la Toscana (27), seguita dal Piemonte (26) e dalla Campania (25).
La Sardegna ha conquistato 13 riconoscimenti, le Chiocciole sono state assegnate in primis a La Locanda dei Buoni e Cattivi di Cagliari, una bella realtà di imprenditoria sociale. La Fondazione Domus De Luna che da sempre si occupa di integrazione ha fatto della Locanda un luogo dove avviare al lavoro gli ultimi, i più deboli, i diversamente abili senza trascurare la qualità dei prodotti e facendo rete con altre realtà che si occupano del sociale come la Comunità di recupero La Collina.
Le altre vincitrici sono a Ittiri (Sassari) Su Recreu, a Nuoro ha vinto Il Rifugio, a Nuxis (Sud Sardegna) il ristorante Letizia, a Sennariolo (Oristano) La Rosa dei Venti. Si tratta di riconferme dopo che i ristoranti erano già stati menzionati nella guida Slow Food dello scorso anno .
Le Bottiglie sono andate invece a: Il mosto di Aggius, Ispinigoli a Dorgali, Abbamele a Mamoi
ada , Il portico a Nuoro. Quanto al Gambero rosso poche le novità rispetto allo scorso anno. Le due forchette sono andate agli storici ristoranti Dal Corsaro, Luigi Pomata, I Sarti del Gusto, Is
Femminas di Maria Carta, che conquista anche il premio speciale qualità prezzo, tutti a Cagliari. Mantengono la posizione anche Da Nicolo a Carloforte, Hub di Macomer, Il Fuoco Sacro del Petra Segreta di San Pantaleo, Musciora di Alghero e Somu di Baja Sardinia.
Ma ci sono anche sette nuovi ingressi: Il Mattacchione di+ Olbia, Mema a Pula, Fradis Minoris, sulla laguna di Nora a Pula, Trigu a Sassari, Chiaroscuro di Marina Ravarotto e Josto a Cagliari, Sa Cardiga e su Schironi a La Maddalena, Spiaggia, nel comune di Capoterra. Ottima performance per il bistrot cagliaritano Cucina.eat, che conquista tre cocotte, e per la trattoria Armidda di Abbasanta di Roberto Serra, che per la terza volta consecutiva è tra le migliori trattorie d’Italia e la migliore in Sardegna.