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Tesori gastronomici

Pubblicato il Set 13th, 2016
da Ricette di Sardegna
Categorie:
  • Viaggi nel gusto
Tesori gastronomici

Il Montiferru è una subregione della Sardegna centro-occidentale, che prende il nome dal massiccio di origine vulcanica omonimo. In questo altopiano basaltico, condiviso dai territori di Bonarcado, Cuglieri, Narbolia, Paulilatino, Santu Lussurgiu, Scano di Montiferro, Seneghe, Sennariolo è allevata la razza bovina Sardo-Modicana, considerata una delle carni più pregiate d’Italia. Gli animali vivono allo stato semibrado, alimentandosi soltanto di erba fresca. Si consiglia di gustarla cucinata arrosto.
Giungiamo a Santu Lussurgiu, una località immersa nel verde in cui sono presenti due interessanti località boschive: Sant’Antonio al monte e San Leonardo. La prima si trova sulla strada che da Macomer conduce a Santu Lussurgiu: è un monte di 808 m ricoperto da varie specie arboree, tra cui diverse querce, alcune delle quali hanno più di 100 anni. La seconda è un piccolissimo insediamento abitato quasi esclusivamente nel periodo estivo. Questo posto è famoso per le siete fuéntes (in italiano le sette fontane) da cui sgorga acqua limpida e potabile. A Santu Lussurgiu si può assaggiare il casizolu, un formaggio a pasta filata a forma di pera, una vera e propria specialità gastronomica.
Altra perla del Montiferru è Sennariolo, il cui territorio fu abitato dall’antichità come testimoniano i numerosi nuraghi che punteggiano il paesaggio; non mancano anche Domus de Janas e Tombe dei Giganti. Questo centro è rinomato per la produzione di miele di rosmarino, arbusto profumatissimo.
Partiamo da Sennariolo per giungere a Cuglieri, che con Seneghe basa la sua economia sulla produzione dell’olio extravergine di oliva. Le olive vengono raccolte manualmente e macinate con spremitura a freddo, procedimento che permette all’olio di conservare quel sapore fruttato intenso, che si apprezza meglio se gustato a crudo.
Dall’altipiano del Montiferru ridiscendiamo verso l’immensa pineta di Is Arenas e oltrepassandola giungiamo a Cabras.
Si trova ai bordi dello stagno omonimo, uno tra i più grandi di acqua dolce della Sardegna e comunica col mare attraverso una serie di canali. Un tempo sullo stagno si andava a pesca con imbarcazioni dalla forma appuntita, is fassonis, costruite con erbe palustri essiccate al sole, avvalendosi della stessa tecnica usata dai Fenici. Sempre a questa popolazione sembra risalire anche la ricetta de “sa merca“, piatto tipico di Cabras: i muggini vengono avvolti in erbe lacustri e lasciati a macerare in acqua salata. Cabras è conosciuta come capitale della bottarga. Le uova vengono pulite e salate in sale marino, pressate e quindi esposte ad asciugare fino a raggiungere la giusta consistenza. Tra gli stagni di Cabras e le ampie risaie a ridossso del Tirso sorgono i vitigni di Vernaccia. Di colore giallo ambrato ha un profumo delicato e un retrogusto che sa di mandorle amare.

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