Annata 2022: vendemmia ricca e di qualità? Forse.

Articolo di Gilberto Arru
Tutti gli anni, da agosto a fine vendemmia, è il tema ricorrente: per esperienza esprimo il giudizio sull’annata quando il vino è in bottiglia e raggiunge la giusta maturità, che non è mai standardizzata. Solo il produttore è in grado di azzardare, in base all’andamento stagionale, come sarà l’annata nel suo vigneto.
La Sardegna, come gran parte delle altre regioni, per la sua morfologia, ha produzioni a
macchia di leopardo. Prendendo in esame un territorio, bisogna tenere in considerazione l’altitudine, l’esposizione, la composizione del terreno (che può essere diversa nello stesso vigneto) e il micro clima (siccità, piovosità, ventosità).
Poi incidono le scelte vendemmiali e le lavorazioni. Talvolta, per questi fattori, vini con la stessa denominazione, prodotti nello stesso territorio possono avere caratteristiche diverse.
Anche la mano dell’uomo incide non poco. L’indimenticabile Maestro Luigi Veronelli amava ripetere, “in Francia hanno uve d’argento e fanno vini d’oro; in Italia abbiamo uve d’oro e facciamo vini d’argento”. Molte cose sono migliorate, grazie alla tecnologia, ma ai francesi bisogna riconoscere il merito di fare grandi vini, di saperli comunicare e soprattutto di venderli bene. In annate, per molti disastrose, mi è capitato di assaggiare in Sardegna vini di elevata qualità. Al contrario, nelle annate definite eccellenti, sono incappato in vini mediocri o poco più. Detto questo, credo che l’annata 2022 ci sorprenderà piacevolmente, nonostante la lunga siccità e le temperature elevate. Le piogge pre vendemmiali hanno contributi a dare vitalità alla pianta e anche al frutto.
Nei vigneti con impianto di irrigazione non ci sono stati grandi problemi. La vite ha la capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici più dell’uomo, in perfetta simbiosi con il territorio dove vegeta. Spero di avere la conferma dopo gli assaggi.