Il Natale dei sardi, tradizione e abbondanza

Articolo di Alessandra Addari
Pasta ripiena e agnello, verdure fresche e pardule. Per Paschixedda la Sardegna mostra il suo forte attaccamento alle tradizioni.
Vale la pena di regalarsi una vacanza in Sardegna anche d’inverno, voli permettendo. Il clima è mite per la maggior parte delle festività, il freddo, quello vero arriva solitamente nella seconda metà di gennaio. L’isola per questo offre per tutte le festività la possibilità di trakking all’aria aperta, magari prenotando un alloggio in uno dei tanti piccoli paesini dell’isola. E’ soprattutto l’occasione per gustare la cucina tipica sarda che in questo momento si arrocca ancora di più intorno alle antiche consuetudini. Le famiglie si riuniscono per Natale, il giorno della vigilia e il giorno dopo.
Tornano a centinaia gli emigrati e per questo ci si riunisce nelle antiche dimore di famiglia nei paesi di origine dove si preparano sontuosi banchetti nei quali non manca proprio nulla.
Il principe della tavola è l’agnello che deve essere cotto allo spiedo o al forno. Simbolo fin dall’antichità di purezza e di condivisione. Una tradizione questa che l’isola si porta dietro fin dai tempi più remoti, alcuni residui di ossa di agnello sono stati ritrovati nei principali siti nuragici a dimostrazione di quanto già dall’antichità i sardi apprezzassero il sapore di queste tenere carni.
Le donne solitamente preparano la pasta ripiena. Dall’Ogliastra alla Barbagia si preparano i culurgiones,
agnolotti ripieni di patate, formaggio pecorino acido e stagionato, uniti a foglie di menta. I culurgiones vengono
chiusi da mani sapienti a forma di spiga, simbolo ben augurale in tutto il bacino del Mediterraneo.Più a Sud invece si preparano i ravioli, pasta quadrata ripiena di ricotta e verdure lesse, solitamente bietole o spinaci, insieme alle uova o allo zafferano con la variante di chi aggiunge un po’
di scorza di limone. In tutto il campidano non possono mancare per una giornata di festa in famiglia i malloreddus, tipica pasta di grano duro realizzata a mano formando con l’aiuto di una forchetta o di un utensile in legno zigrinato piccoli riccioli di pasta, gnocchetti appunto. I malloreddus si mangiano con un sugo di salsiccia, anzi con il ripieno della salsiccia. Un piatto davvero saporito che in realtà si può gustare in ogni periodo dell’anno.
I secondi a base di carne si servono con il pinzimonio, verdure fresche ripulite: sedano, carote, ravanelli che
vengono serviti interi accompagnati da una ciotola di olio extravergine mescolato a qualche goccia di aceto, dentro il quale le verdure vengono intinte per essere insaporite. A fine pasto, innaffiato da abbondante vino preparato in casa o acquistato da produttori locali, arrivano i dolci secchi: amaretti e pardulas, tortine ripiene di ricotta e zafferano, oppure di formaggio. Certo oggi a questo menu’ essenziale si aggiungono i dolci di pasticceria, i panettoni preparati da sapienti artigiani, cioccolato e l’ immancabile frutta secca, anche questa servita in abbondanza ai commensali che ormai satolli si accalcano al camino, dove solitamente si trova anche un cesto di mandarini del giardino di casa.