Su Filindeu protagonista nel Washington Post

Articolo di Alessandra Addari
I segreti de “Su Filindeu” una delle preparazioni della pasta più antiche al mondo arrivano nelle pagine del Washington
post. Raffaella Marongiu Selis è la protagonista di un bell’articolo scritto da Agostino Petroni, corrispondente italiano del prestigioso giornale.
Petroni descrive bene il fascino di “Su Filindeu” quella pasta di origine nuorese, fatta di fili sottilissimi intrecciati che diventano una tela e il cui metodo di preparazione si tramanda gelosamente solo tra poche donne, difficile se non quasi impossibile carpirne i segreti, anche perché davvero
per realizzare quella rete di gustosi fili di pasta ci vuole una maestria che non si può acquisire facilmente.
Raconta il giornalista scrittore – “le mani di Raffaella Marongiu Selis lavorano la farina, l’acqua e il sale con un attento dosaggio degli ingredienti frutto più dell’esperienza, della saggezza e dell’intuito che della tecnica pur necessaria, anche se il vero segreto è nella ricerca dell’esatto punto di elasticità della pasta”. C’è un momento solo – continua il racconto – quello giusto per tirarla con due mani, aperte e parallele per creare quei fili sottilissimi , ripiegarli e tirarli ancora, almeno otto volte. 256 fili di pasta sottile come cotone che vengono appoggiati su un disco di
legno e tagliati della misura giusta. I fili in tre strati sovrapposti riposeranno fino a quando non sono asciutti.
La pasta una volta secca viene spezzata e immersa in un brodo di pecora, cosparso di pecorino fresco.
Un gusto deciso, ma che ricorda la nostra terra e la sua cultura agro pastorale.
Raffaella Marongiu Selis, come spiega Petroni ha imparato a preparare su Filindeu da sua madre Gavina che a sua volta aveva appreso l’antica tecnica dalla madre Rosaria.
La pasta è così rara da essere stata inclusa nell’Arca del Gusto, un catalogo di alimenti in via di estinzione finanziato dall’Unione Eruopea e gestito dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità.
E c’è chi – sempre citando l’articolo del Washington Post – che fa risalire questa antica preparazione all’epoca medioevale, quando la pasta secca costava più della carne.
Uno studioso sardo Paolo Solinas, esperto di gastronomia sostiene che il termine “Filindeu” potrebbe derivare da “fili di Dio” come si ricaverebbe dai romanzi di Grazia Deledda oppure dalla parola araba fidaws che significa capelli o sottili come capelli.
Potrebbe interessarti anche a “Successo per il corso evento dedicato a su filindeu tenuto dalla maestra Raffaella Marongiu Selis”